Lucia Coppola - attività politica e istituzionale | ||||||||
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Comune di Trento
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Trento, 6 marzo 2013 CONSIDERAZIONI GENERALI L'appuntamento elettorale appena passato ha segnato un punto di criticità storica nella vita del nostro paese, come fu per la fine della cosiddetta I^ Repubblica, provocata dalle inchieste di “Mani pulite”. Molti nodi sono venuti al pettine. Le emergenze sono molteplici e tutte intensamente interconnesse. La gran parte sono legate allo crisi economica e allo stato della nostra economia nazionale e locale. Dunque, quello che stiamo discutendo è un bilancio in tempo di crisi, e non solo economica. E' per questo motivo che cercherò di situare lo stato della nostre finanze a livello comunale in un quadro più generale dal quale non è possibile prescindere. Al primo posto, anche a livello trentino, metterei l'occupazione, il precariato, l'impoverimento dei ceti medio-bassi. Quindi la recessione e l'inflazione, il debito pubblico che incide sulle nostre risorse, l'imposizione fiscale, il gettito tributario. La democrazia e i problemi legati alla rappresentanza, i costi della politica, la corruzione, la concussione, il peculato. La democratizzazione e il bilanciamento dei poteri in Europa che ci riguarda da vicino. La sicurezza e la tutela del territorio, della salute dei cittadini e le politiche energetiche. LA CRISI La crisi attuale è stata da molti paragonata al catastrofico crollo della Borsa Americana nel 1929. Da quella crisi si uscì con un imponente sforzo di intervento statale in opere pubbliche e garanzie di Welfare che si ispiravano a criteri keynesiani, coraggiosamente applicati da F. D. Roosvelt (eletto quattro volte: nel 1932, 36, 40 e 44) con il programma denominato New Deal. Agli stessi principi si ispirò il Piano Marshall che sostenne la ricostruzione dell'Europa devastata dalla seconda guerra mondiale. Le ragioni erano economiche: ricostituire un mercato mondiale per le merci, prevenire le crisi cicliche, e pure politiche, contrastare l'influenza dell'area socialista guidata dall'Urss e l'attrazione dei Partiti Comunisti sul proletariato. La caduta del Muro di Berlino e la disgregazione dell'Urss vennero interpretate da storici ed economisti come la fine di ogni conflittualità (addirittura si parlò di fine della Storia), l'esaurimento e il superamento delle ideologie. In realtà si affermò incontrastata, contagiando pure partiti socialisti e laburisti, un'ideologia unica, fondamentalista e neo-liberista che si ispirava al monetarismo dell'economista Milton Friedman, praticata con ferrea determinazione da Reagan e Thatcher. Il privato, deregolato, doveva trovare naturalmente un proprio equilibrio producendo benessere per tutti e piena occupazione. Uno degli ostacoli al pieno dispiegamento della potenzialità liberista erano considerati i diritti, la tutela, le organizzazioni dei lavoratori. La cosiddetta rigidità del mercato del lavoro. Il risultato di vent'anni di applicazione di queste ricette è stato un aumento della disoccupazione e del precariato. Le privatizzazioni hanno prodotto aumento dei prezzi e peggioramento dei servizi, scandali a non finire: la sanità in Lombardia e in Lazio, il fallimento Parmalat. L'ex Italsider, ora Ilva di Taranto, ha regalato alla Puglia un inquinamento pericolosissimo, condizioni di lavoro terribili, centinaia di morti e malati di tumore, tra cui molti bambini, latitanza della proprietà. Sono sempre più convinta che istruzione, beni pubblici, beni comuni primari come l'acqua, debbano rimanere pubblici, che non significa lottizzati politicamente. Ricordo di passaggio il progetto ventilato di costituire la Protezione Civile di Bertolaso, quella dell'Aquila, del malaffare e della Maddalena, in S.p.A. Le risorse finanziarie da tempo non sono più finalizzate al sistema produttivo, agli investimenti, ai consumi delle famiglie. E tra le mille piccole imprese che chiudono ogni giorno in Italia ce ne sono anche di locali. Con la globalizzazione e l'informatizzazione, oggi il valore dei “derivati” finanziari è oltre 12 volte il PIL mondiale e cioè 600 trilioni di dollari. Operazioni per noi comuni mortali inimmaginabili e destinate a generare anomalie (vedi Monte dei Paschi) truffe, elusione fiscale. LA QUESTIONE FISCALE E L'IMU Nonostante un'imposizione fiscale che si avvicina ormai al 50%, il debito pubblico è in continuo aumento. E a ciò si aggiunge l'inefficienza della pubblica amministrazione, gli alti tassi di interesse sul debito e poi corruzione, tangenti e commistione tra politica e imprenditoria. Il quadro non è dei migliori ma qualcosa si può fare per correggere il tiro. Il pareggio di bilancio che sta mettendo in ginocchio i Comuni e di cui anche noi abbiamo risentito, si potrebbe ottenere con la lotta all'evasione, 120 miliardi di euro l'anno, e alla corruzione, 60 miliardi di euro. Mentre l'economia criminale è quantificata in oltre 200 miliardi di euro. E' necessaria una profonda riforma del sistema tributario, secondo il principio costituzionale di generalità, equità e progressività. Oggi le entrate tributarie sono costituite da imposte indirette per il 40% (IVA e accise). Il povero che acquista un litro di latte paga una tassa pari a quella del miliardario. L'imprenditore che fa il pieno dell'auto di lusso con la carta carburanti, detrae la spesa. L'operaio o il pensionato non possono certo detrarre, pagano l'IVA sulle accise e quindi una tassa sulla tassa. (Ogni volta che acquistiamo un litro di benzina paghiamo: euro 0,001: guerra di Abissinia, 0,007: crisi di Suez del 56, 0,005; disastro del Vajont del 63, 0,005; alluvione di Firenze del 66, 0,005 terremoto del Belice del 68, 0,051: terremoto del Friuli del 76, 0,039; terremoto dell'Irpinia del 80; 0,106 per la missione in Libano del 83; 0,011missione in Bosnia del '96; 0,020 per i contratto degli autoferrotranvieri del 2004; 0,0071 per la cultura nel 2011; 0,040 per la crisi Libica del 2011). Il dato ufficiale del Ministero dello Sviluppo Economico del dicembre 2011 riporta per le accise i seguenti importi: benzina 0,704 Euro; gasolio 0,593, gasolio per riscaldamento 0,403. L' Iva si applica sia alla componente industriale che all'accisa. La componente fiscale pesa così per il 53% sulla la benzina e per il 46% sul gasolio). Ma, per tornare al fisco, il rimanente 60% del gettito fiscale proviene per l'80% da Irpef su redditi da lavoro dipendente o assimilato, e lì non è certo possibile evadere! Mentre le rendite finanziarie sono tassate al 12,5 % (quelle che non sfuggono ai controlli, i cosiddetti “over the counter” cioè in gergo “sul bancone”). I redditi sono di difficile rintracciabilità. I beni mobili e immobili posseduti da persone fisiche o società, no. “Patrimoniale” è una parola tabù, naturalmente per le persone molto abbienti. L'ex ICI, oggi IMU, è di fatto una patrimoniale, come il bollo auto o il canone TV ( che tassa il possesso dell'apparecchio televisivo). Ma queste sono patrimoniali per i ceti medio-bassi. Il 10% degli italiani possiede il 45% della ricchezza. Se il 40% sono imposte indirette e se nel rimanente 60%, l'80% grava su stipendi e salari, questo 10% di persone molto abbienti per quanto contribuisce? Un'altra osservazione: il pareggio di bilancio preteso dagli Enti Locali per le spese correnti è sacrosanto. Deve essere invece possibile l' indebitamento per opere di pubblica utilità e investimenti. Una famiglia che si indebita per beni futili, gioco al casinò o automobili di lusso non è assimilabile a chi stipula un mutuo per l'acquisto della casa, per installare pannelli fotovoltaici, per migliorare l' efficienza energetica della casa in cui abita. Una politica di risparmio e riequilibrio, coniugata ad una iniziativa di investimenti pubblici, richiede come precondizioni una riforma profonda della politica. L'AMBIENTE Dal dopoguerra ad oggi i danni causati da calamità naturali (frane, dissesto idro-geologico, alluvioni, terremoti, oltre ai costi umani che sono i più dolorosi), sono stimati in 250 miliardi di euro, circa 3 miliardi e settecentomila euro l'anno. Stimando la spesa di un miliardo in materiali, rimarrebbe un importo per salari e stipendi capace di generare davvero un milione di posti di lavoro. Si dovrebbe pensare ad una Agenzia Nazionale per il territorio, formata da tecnici della Protezione Civile, Istituto Sismologico, Corpo Forestale, Istituto di Idrogeologia, che insieme compilino una carta di rischio, sull'esempio della Carta di Rischio Sismico e che abbia un collegamento territoriale a livello provinciale e comunale. Questi sono temi che ci riguardano molto da vicino perché anche il nostro territorio è a rischio idro-geologico. Altrettanto importante è la messa in sicurezza di tutti gli edifici pubblici, in primis le scuole ( proteste degli studenti recentemente hanno riguardato anche la nostra città), la riqualificazione energetica, l'edilizia sostenibile. A quando in Consiglio il nuovo Regolamento sull'Edilizia Sostenibile che era già pronto lo scorso anno? Ed un Piano della Mobilità, per ora solo abbozzato, che si realizzi in tempi brevi e si colleghi localmente con il trasporto su rotaia delle merci e con un sistema di effettiva mobilità sostenibile verso e nella città. Evitare tagli al trasporto pubblico e mantenere i prezzi competitivi con l'uso dell'auto privata, da disincentivare il più possibile, è una priorità assoluta per la vivibilità, la sicurezza e la salute dei trentini. Un tema sempre presente è quello della bonifica di tutti i luoghi inquinati, delle discariche abusive, dei corsi d'acqua: mille piccole opere sono necessarie per il nostro comune al posto delle famigerate grandi opere, come il TAC (treni ad alta capacità) che dovrebbe interessare in galleria anche il nostro precario territorio, in particolare nella zona della collina est che sappiamo essere molto fragile. A questo proposito ricordo l'area ex Italcementi di Piedicastello, in questi giorni salita agli onori della cronaca a causa della presenza di sacchi contenenti amianto, abbandonati con disinvoltura da un mese e piuttosto inquietanti per gli abitanti dato il loro contenuto pericoloso. Si segnala anche una collinetta di detriti dalla quale col vento si sprigionano polveri che possono contenere sostanze inquinanti e pericolose per la salute. C'è una mio o.d.g. in tal senso, depositato parecchi mesi fa. Una particolare attenzione dovrà essere posta alle condizioni di vita dei cittadini della nostra città sottoposti all'inquinamento acustico e alle insopportabili vibrazioni prodotte dai treni in corsa in alcune zone dove sono nati dei Comitati, come a Cristo Re, nell'assenza, allo stato attuale, di misure di mitigazione (barriere fono-assorbenti, trattamento dei binari, accordi con le ferrovie dello stato per contenere la velocità, assolutamente fuori controllo di alcuni treni). Né ci è dato sapere quale decisione è stata presa circa la collocazione del nuovo canile, o meglio di un Centro polifunzionale per la cura e la custodia di cani e gatti. Un'emergenza della quale forse non si è ben calcolata la portata e della quale ci si è occupati in numerose commissioni. E' giunta l'ora, credo, di dire a chiare lettere che cosa si intenda fare dal momento che la situazione nell'attuale collocazione è diventata ingestibile per gli animali ospitati ma anche per gli operatori e i volontari che si prodigano con tanta passione e abnegazione. E che dire del consumo di territorio che fa parte più della retorica politica anche del nostro Comune ( ricordo che è stato approvato lo scorso anno un mio ordine del giorno dal titolo “Stop al consumo di territorio”) più che di effettive e convinte azioni in questa direzione? E' previsto dall'Unione Europea un rallentamento entro il 2050, da 1000 Kmq all'anno a 200. Nel nostro paese si consumano 8mq al secondo di suolo. E ho buoni motivi per pensare che il nostro trend locale, viste le numerose lottizzazioni, e nonostante il mercato della compra-vendita di abitazioni, per i noti motivi, sia abbastanza fermo, non sia poi così distante. Il lavoro si può creare comunque mettendo in sicurezza, riqualificando edifici, lavorando sul patrimonio immobiliare esistente pubblico e privato. Per non dire delle migliaia di case sfitte. La nostra terra è paesaggisticamente bella, sicuramente più tutelata (ma non ancora abbastanza!) e forse un po' più esente dai contraccolpi drammatici di questa congiuntura, anche grazie alla partecipazione democratica, stimolata dalle competenze autonomistiche. E tuttavia l'attenzione deve rimanere alta. Non è che l'uomo sta distruggendo la Terra, come comunemente si sente dire: il nostro pianeta troverà comunque un suo equilibrio. Stiamo distruggendo noi stessi, è questo il punto. Perciò è necessario cambiare il concetto di benessere, che non sempre e non solo è collegato con il PIL. Benessere è sicurezza sociale, accesso alle risorse, l'acqua in primis, accesso alla sanità pubblica e gratuita (pensiamo a che cosa sta succedendo in Grecia, dove sono ricomparse malattie che non si vedevano dall'800 e le persone non possono più curarsi, non esiste prevenzione, non si fanno più le mammografie, per esempio, ed è aumentata la mortalità infantile). Benessere è tutela del paesaggio, è conservazione delle risorse, è un reddito dignitoso e garantito. E' coesione sociale, solidarietà. Parità di genere, istruzione pubblica, contributi alla ricerca, diritto allo studio anche per gli studenti meno abbienti (- 2.800.000 iscrizioni negli ultimi 5 anni all'Università per questioni legate al reddito delle famiglie). E' attenzione alla scolarizzazione, quasi tre milioni di ragazzi in Italia non studiano e non lavorano. E' interessarsi davvero alle prospettive lavorative, sociali, economiche dei nostri ragazzi. Perché non se ne debbano andare. Ecco perché parlare di Bilancio, anche in un Comune come il nostro, significa sempre più riflettere sui grandi temi e stabilire delle priorità certe e investimenti i più giusti e necessari possibili. Perché nessuno rimanga indietro, considerando tutti i cittadini alla stessa stregua, nel momento in cui vivono, abitano, vanno a scuola e lavorano, pagano le tasse sul nostro territorio. LA PACE e la CULTURA Il ministro Brunetta diceva che “con la cultura non si mangia”. Io penso invece che la cultura possa essere motore di sviluppo, anche in un ottica di risparmio come quella attuale, ogniqualvolta si coniughi con la ricerca, l'istruzione, l'innovazione. Con un offerta qualificata e diffusa ai cittadini, ancorché poco dispendiosa e oculata, che ne garantisca la fruizione a costi contenuti al maggior numero di persone possibili. Che si confronti con le peculiarità territoriali ma permetta di spaziare e di uscire dai confini dell'auto-referenzialità , che veda nel turismo un'opportunità da vivere a pieno, differenziando l'offerta a seconda delle esigenze, aprendo lo scrigno dell'arte, della storia, della scienza che sono sempre più e sempre meglio rappresentate da un'offerta museale e non solo, da manifestazioni ed eventi di grande valore. Auspico perciò un aggiornamento delle linee di sviluppo dell'azione culturale del nostro comune, che intrecci linguaggi, segni, offerte dei soggetti culturali, locali e non, con le politiche istituzionali, in un ottica di reciproco arricchimento. Auspico anche un rinnovato protagonismo della città in relazione al livello provinciale e ai territori che con Trento si rapportano. Il ruolo di città capoluogo deve essere culturalmente riconoscibile e anche riconosciuto. In tempo di crisi si tende ad accantonare i temi della pace e della solidarietà e lo ritengo uno sbaglio. Perché la pace tra di noi e con gli altri è la condizione primaria per lo sviluppo. Ora è in discussione il grande tema delle risorse finanziarie investite per gli armamenti e tolte alle necessità primarie dei cittadini, con sacrifici pesanti richiesti ai Comuni e più in generale agli Enti Locali. C'è il problema degli F35, che sono bombardieri d'attacco, in chiaro contrasto con il dettato costituzionale che dice, all'articolo 11, che l'Italia ripudia la guerra. L'acquisto previsto di 90 F35 significherà una spesa di 49 miliardi di euro, mentre il paese è in recessione e mentre nel mondo 1 miliardo di persone muore di fame. Che cosa si potrebbe fare con quei soldi? Qualcuno ha provato a quantificare: 4500 nuovi asili nido, 10milioni di pannelli solari, 50 ospedali, la messa in sicurezza di 12 mila scuole e si potrebbero creare 100 mila posti di lavoro. Di quelli veri, non di quelli tarocchi, promessi in campagna elettorale ( mi pare fossero 4 milioni, più degli attuali disoccupati che sono 3 milioni e 500 mila. E' necessario, anche a livello locale, ri-investire sul servizio civile, che, insieme al volontariato sociale rappresenta una risorsa indispensabile per venire incontro a tante situazioni di sociale, per sostenere le tante associazioni. I giovani che vi accedono, oltre a sviluppare una propensione alla cura (delle persone, dell'ambiente, delle istituzioni democratiche), acquisiscono nuove professionalità che possono servire ad introdurli nel mondo del lavoro. Vivono l'esperienza educante di una comunità di cittadini attivi, partecipi, motivati. Per contro, il governo Monti ha già impegnato per i prossimi 12 anni 230 miliardi di euro per le forze armate, sommergibili, portaerei ecc., tagliando peraltro sull'occupazione dei militari. Anche in tempo di crisi è necessario pensare che c'è chi sta peggio di noi. Nel dopoguerra, durante la ricostruzione, nella miseria più assoluta, ci sono stati gli esempi più eclatanti dell'idea di solidarietà e sussidiarietà. E la carità cristiana, a quanto pare passata un po' di moda, si confrontava in piena armonia con l'idea laica di uno stato che si faceva carico dei bisogni dei più deboli, attivando un sistema forte di garanzie e ammortizzatori sociali. Anche la solidarietà internazionale va sostenuta e rabbrividisco ogni volta che sento mettere in discussione i 150 mila euro che si spendono a livello comunale per sostenere progetti. O lo 0, 25 % del bilancio provinciale. Penso invece che queste esperienze debbano essere più conosciute, scelte con cura, pensate anche nelle loro ricadute e valutate, messe in rete e rendicontate ai cittadini. Affinché non ci siano speculazioni e strumentalizzazioni. Perché vanno ad aggiungersi a tutte le buone pratiche che fanno di noi autentici cittadini del mondo, dello stesso mondo, e non individui pronti solo a difendere egoisticamente la propria rendita di posizione. La solidarietà internazionale, attualmente, oltre che dagli Enti Locali è fortunatamente portata avanti da innumerevoli associazioni, da scuole e università, da singole persone che sacrificano con generosità parte del loro tempo e delle loro disponibilità finanziarie, da imprese. Ecco perché tagliare le spese militari significa non investire in sicurezza armata ma in sicurezza umana. LA QUESTIONE FEMMINILE Secondo il CNA, l'ingresso nel mercato del lavoro di sole 100mila donne oggi inattive , farebbe crescere il nostro PIL di 0,28 punti l'anno con un incremento di spesa del 30% per le famiglie. Per quanto riguarda i servizi, ogni cento donne che entrano nel mercato del lavoro si creano 15 posti aggiuntivi. Allo stato attuale le donne in Italia rivestono il ruolo di ammortizzatori sociali, in bilico tra la cura dei figli e quella per gli anziani, una su due non lavora e non cerca lavoro un po' per disperazione e sfiducia e un po' perché i servizi che diminuiscono o hanno costi troppo alti sono un enorme disincentivo. Perdono così il diritto all'auto sufficienza, alla socialità e alla dignità del lavoro, all'esplicazione della propria professionalità, delle attitudini o degli studi fatti. Sono attive solo al 46% mentre la media europea è del 58%. Il 27 % lascia il lavoro dopo il primo figlio. Il rapporto Eurispes sottolinea quanto la condizione familiare pesi su quella lavorativa. Per contro, nel nostro paese la spesa pubblica sulla famiglia è la più bassa d'Europa, solo l'1,3%del PIL, lo 0,15 dedicato ai bambini contro il 3,79% della Francia. Ecco perché ritengo che i tagli sui servizi, agli anziani come ai bambini, i rincari per esempio degli asili nidi o delle rette nelle Case di Riposo, debbano essere per il nostro Comune davvero l'ultima ratio, perché inevitabilmente entrano in rotta di collisione, in particolare, con la vita delle donne, le più penalizzate dalla crisi. Dunque la domanda è: l'Italia è un paese per donne? Vorrei qui ricordare la Convenzione dell'ONU per l'eliminazione di ogni forma di discriminazione contro le donne, adottata nel 1979 e ratificata dall'Italia nel 1985. Nel 2000 la Convenzione si è dotata di un Protocollo, uno strumento di tutela contro le violazioni, ratificato dall'Italia nello stesso anno. Nell'agosto 2011 e nel giugno 2012, l'ONU ha rivolto allo stato italiano e a tutte le sue istituzioni una serie di raccomandazioni, esprimendo nel contempo forte preoccupazioni. Per l'elevata prevalenza della violenza sulle donne e sulle bambine, italiane, migranti, Rom e Sinti; per l'allarmante numero di donne uccise (123 nel 2012), dai propri partner o ex partner (femminicidio); per il persistere di tendenze socio-culturali che minimizzano o giustificano la violenza domestica, per l'attitudine a rappresentare le donne e gli uomini in maniera stereotipata e sessista nei media e nell'industria pubblicitaria. Faccio questo discorso perché tra le raccomandazioni vi è quella rivolta agli Enti Locali per Prevenire, Proteggere e Punire (le tre P), per contrastare con azioni adeguate e in stretto rapporto tra le differenti istituzioni interessate (Forze dell'Ordine, Enti Locali, Asl, Tribunali) la violenza contro le donne. Che cosa possono fare gli Enti Locali? Investire sui Centri Anti-Violenza, che sono strumenti indispensabili, insieme alle residenze protette, per accogliere, consigliare, fornire una difesa legale, mettere a disposizione team di psicologi, che sostengano le donne maltrattate e i loro figli nel percorso verso una nuova vita, verso la vita. E' necessario predisporre un meccanismo per cui ogni Regione, e Provincia, abbia una sua legge regolarmente finanziata che consenta ai Comuni di avere risorse certe per sostenere nei Piani di Zona politiche a sostegno delle donne. Servizi territoriali diffusi ed efficienti che lavorino con le vittime di violenza e parallelamente con gli uomini “offender” che intendono avviare un processo di recupero della loro devianza, così come avviene a Bolzano e in altre città. RISPARMIO ENERGETICO ED ENERGIE RINNOVABILI In accordo con il Sindaco Andreatta, svilupperò ora una sintesi di quanto si sta facendo nel nostro Comune sul tema del Risparmio Energetico e delle Energie Rinnovabili. ─ La città di Trento è già da qualche anno impegnata nella costruzione di infrastrutture energicamente efficienti e a basso impatto ambientale; in linea con il protocollo interno di qualità per la progettazione, sono stati realizzati asili nido, scuole materne e palazzine degli uffici con pannelli fotovoltaici e adeguati isolamenti termici. ─ Nel corso di quest'anno, in particolare è stata eseguita un'importante diagnosi energetica in ambito elettrico su tutti gli edifici pubblici in modo tale da quantificare i consumi e stabilire le cause di sprechi e inefficienze. Solo in questo modo è possibile intervenire con correttivi e aggiustamenti dal momento che la miglior fonte di energia rinnovabile è quella risparmiata. ─ Sono stati realizzati 4 impianti fotovoltaici, con potenza minore di 20KWpicco, posti a servizio di edifici pubblici con destinazione d'uso scolastica collocati nel territorio del Comune di Trento, ed i particolare: 1) Scuola materna di Gardolo Paludi, a Gardolo 2) Scuola materna S. Giuseppe, Trento 3) Scuola materna “Piccolo mondo”, Trento 4) Asilo nido “Il girasole”, Cognola L'intervento eseguito, che rappresenta un primo stralcio del progetto Zonizzazione Impianti Fotovoltaici, nasce dalla scelta di dotare gli edifici scolastici del Comune di Trento di impianti fotovoltaici di potenza inferiore ai 20KWp, con connessione rete in regime di scambio sul posto, nell'ottica di perseguire misure di risparmio energetico e di utilizzo di fonti di energia rinnovabili. Infatti nel corso del 2011 è stato realizzato il Piano di Zonizzazione degli impianti fotovoltaici con lo scopo di identificare i 21 migliori siti a destinazione scolastica da dotare di altrettanti impianti fotovoltaici. L'individuazione della categoria ideale di edificio, da sottoporre alla procedura di valutazione dell'idoneità all'installazione dell'impianto fotovoltaico è stata fatta volendo attribuire all'impianto anche un valore educativo sia in termini di rispetto dell'ambiente che in termini di utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili; tale considerazione ha permesso di individuare sin da subito come ideali gli edifici adibiti ad attività scolastica; gli impianti saranno infatti corredati di un pannello informativo completo di display, collocato in un punto visibile agli studenti, che indicherà oltre ai parametri di potenza e di energia prodotta, la quantità di CO2 risparmiata e non immessa in atmosfera. ─ E' stato realizzato lo studio “Misuriamo il risparmio: analisi dell'efficacia degli interventi di riqualificazione energetica”. Riguarda l'analisi dell'efficacia degli interventi realizzati dal 2007 al 2011 in campo energetico. E sono stati quantificati i benefici in tema di risparmio e di minor inquinamento ─ Nel corso del 2012 si è proseguito con la riqualificazione energetica degli edifici pubblici: il più importante ha riguardato la posa del cappotto termico e dell'integrale sostituzione dei serramenti, risalenti agli anni '70 della scuola per l'infanzia di “Maso Ginocchio”. ILLUMINAZIONE PUBBLICA Anche l'illuminazione pubblica è stata rivista secondo i criteri del risparmio energetico: su 13.600 punti luce a servizio di 340 chilometri di strade, ben il 93% è realizzato con lampade ad alta efficienza, metà degli impianti sono dotati di controllori di potenza , mentre il 50% dei semafori è a tecnologia LED. E' allo studio un “Piano Regolatore illuminazione comunale” (PRIC), che ha come obiettivo proprio il risparmi energetico e la riduzione dell'inquinamento luminoso. SCUOLA ED ENERGIA Sono stati realizzati 17 interventi di sensibilizzazione legati al tema dell'energia, più interventi specifici che hanno coinvolto 48 classi. 40 ore di intervento nelle scuole sono stati dedicati all'evento “M'illumino di meno”. Nelle scuole la riflessione verteva sull'educazione ambientale con particolare attenzione al tema dell'energia, ma si è lavorato anche sul tema dei rifiuti e della sostenibilità ambientale. I temi trattati: La nona edizione di “M'illumino di meno”, la festa del risparmio energetico ideata da Caterpillar, che si è tenuta il 15 febbraio u.s., ha visto il coinvolgimento in prima persona di ragazzi di due scuole medie, Bomporti e Winkler , ai quali è stato chiesto di ideare e rappresentare in un piccolo concorso le semplici azioni quotidiane che possono consentirci di ridurre i consumi energetici e di eliminare gli sprechi a casa, a scuola e negli uffici. I disegni sono stati numerosissimi e le idee proposte molto creative, consapevoli e originali. I migliori e più rappresentativi sono andati a comporre un volantino che è stato consegnato ai ragazzi di numerose scuole elementari e medie, che sono diventati “ambasciatori energetici”, distribuendo il materiale ad amici e parenti, spiegando loro l'importanza del risparmio energetico. Un ringraziamento speciale da parte dell'amministrazione va dunque a tutti loro e in particolare agli studenti delle classi prime della scuola “Bomporti” e terze delle medie O. Winkler che sono state un esempio di consapevolezza, impegno e attivismo. Il silenzio energetico dalle 18 è sempre un'importante occasione per riportare al centro dell'azione politica e dei cittadini un'agenda che tenga nelle dovute considerazioni le tematiche ambientali e le loro ricadute anti-crisi. In conclusione desidero ringraziare tutti coloro che nella nostra amministrazione svolgono un encomiabile lavoro di messa a punto di progetti e iniziative sul tema dell'energia, con passione e competenza. Ringrazio altresì il Sindaco, la Giunta, la Commissione Bilancio e tutte/tutti coloro nei differenti Assessorati, con impegno e competenza, rendono possibile il nostro lavoro e soprattutto il buon funzionamento del Comune di Trento. Lucia Coppola
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